Villarbasse, ripresa la distribuzione degli aiuti alimentari alle persone in difficoltà

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In crescita il numero di famiglie sostenute dalla Caritas parrocchiale

Villarbasse – È ripresa la distribuzione dei buoni spesa alimentari alle persone in difficoltà economica a causa della crisi Covid-19, erogati dal Comune di Villarbasse utilizzando anche i fondi stanziati dal governo; per accedere a questo servizio è necessario compilare l’autodichiarazione scaricabile dal sito web comunale. È sempre attiva, inoltre, la collaborazione con la Caritas parrocchiale sui pacchi alimentari, con un numero di famiglie aiutate in forte crescita.

Per quanto riguarda la situazione contagi, in paese sono 16 le persone attualmente positive, in deciso calo rispetto ai picchi di novembre che registravano oltre 50 casi presenti; è comunque previsto l’intervento della Croce Rossa per aiutare chi non può uscire da casa.

Così il sindaco Eugenio Aghemo: «Stiamo tenendo sotto controllo la situazione ma non abbiamo delle grosse criticità; le caratteristiche del nostro territorio ci agevolano e la situazione scolastica è stata gestita al meglio, però bisogna ancora avere molta pazienza e non cedere all’insofferenza».

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  1. LA PANDEMIA SENZA GRANDEZZA – 28 punti fermi

    1) Nella fine estate o agli inizi dell’autunno del 2019, in Cina si sviluppa l’epidemia del
    Covid;
    2) Le autorità cinesi comunicano in dicembre la notizia di ciò che sta avvenendo e
    della sua gravità;
    3) Subito si diffonde una corrente che accusa i cinesi di aver provocato l’epidemia
    stessa che sarebbe nata in un loro laboratorio;
    4) Lo stesso presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in diverse successive
    dichiarazioni sostiene questa tesi;
    5) Con maggiore ragionevolezza sembra prevalere la tesi secondo la quale
    l’insorgenza dell’epidemia sarebbe nata per un mutamento di un virus avvenuta in un
    animale e tramessa all’uomo, come anche, del resto, nel tempo è già avvenuto;
    6) A partire dalla fine del 2019 e Febbraio 2020 l’epidemia si sviluppa in Italia e in altri
    paesi europei (a partire dalla Germania);
    7) I governi cominciano a prendere iniziative drastiche, anche se confuse e con
    differenti misure per contrastare la diffusione del contagio;
    8) Università, centri di ricerca, accademie, scienziati, istituzioni mondiali, vengono
    colti di sorpresa:
    9) Stabilito che il Covid non è un’influenza, ma una nuova malattia vengono mobilitati
    i ricercatori in tutto il mondo per determinarne la natura, le modalità di diffusione in
    modo certo e gli esiti nel tempo (a cominciare dalla questione della possibile ricaduta);
    10) Il nostro paese nella seconda metà dell’inverno e negli inizi della primavera, viene
    colpito gravemente (in modo particolare la Lombardia che è la maggiore Regione
    Italiana che conta più di 10,000.000 di abitanti (il doppio del Lazio, del Piemonte, del
    Veneto e della Campania, con la maggiore concentrazione di aziende, università, uffici
    e quindi con la maggiore mobilità e scambio che facilitano la trasmissione della
    malattia)
    11) Con la primavera avanzata il contagio diminuisce e ai allentano le misure di
    restrizione;
    12) Si diffonde intanto – insieme alla preoccupazione del fermo delle aziende, delle
    scuole, delle Università – la preoccupazione per le gravi ricadute economiche e sociali
    (fallimenti di attività, crisi aziendali, disoccupazione, incertezza per il futuro,
    diseguaglianze tra garantiti e non);
    13) Nascono in diversi paesi movimenti negazionisti, secondo i quali una congiura
    mondiale – al servizio di una globalizzazione totale – avrebbe legato le grandi
    multinazionali in una finale presa di possesso del mondo intero;
    14) il negazionismo non è certo sostenibile, la pandemia c’è e non si può negare, ma
    resta il sospetto che essa sia stata “cavalcata” ed usata come occasione per porre il
    mondo intero in uno stato di soggezione completa, o come arma per abbattere
    l’avversario;
    15) In Italia la confusione e l’inefficienza della macchina statale e pubblica in genere,
    ha fatto emergere mali antichi: una burocrazia inefficiente, una classe politica che si
    muove a tentoni, in genere composte da personale irresponsabile che si trincera dietro
    un foresta di leggi, circolari sovente illeggibili e comunque costruite per non chiarire
    le rispettive responsabilità;
    16) Il semplice impiegato statale o pubblico in genere – sostanzialmente inamovibile e
    illicenziabile – indica nei suoi superiori i responsabili dei ritardi, delle inadempienze e
    degli errori della pubblica amministrazione, risalendo fino ai direttori generali, i quali
    rovesciano sui politici la responsabilità ultima;
    17) I politici rovesciano sui direttori generali che a loro volta denunciano l’inefficienza
    dei propri uffici e subalterni;
    18) Questa situazione determina il giudizio di inefficacia del sistema e quello sulla
    politica in generale (maggioranza e minoranza insieme);
    19) Il giudizio da parte i cittadini sul governo, resta negativo a causa delle oscillazioni,
    dei compromessi, delle confusioni che ne caratterizzano l’azione e per la mancanza
    totale di un progetto per il futuro;
    20) Sui cittadini italiani ed europei pesa oggi la prospettiva di una ripresa della
    pandemia con conseguenze economiche e sociali disastrose: ci sono le condizioni di
    uno scollamento sociale e di risposte pre-rivoluzionarie;
    21) Elezioni anticipate probabilmente non avrebbero il risultato di allentare la tensione
    o quello – data la consistenza miserevole del personale politico – di far sorgere un
    governo all’altezza delle condizioni nelle quali ci troveremo nei prossimi mesi;
    21) La discussione alla Camera e al Senato sullo scostamento di bilancio vede la
    presentazione di centinaia di emendamenti della minoranza e della maggioranza,
    tendenti a polverizzare gli interventi in tanti rivoli dispersivi: ciò non dipende tanto
    da un disegno consapevole, bensì dalla mancanza di cultura e di competenza che
    caratterizza senatori e deputati;
    22) La gravità della situazione imporrebbe una certa grandezza dei protagonisti che
    non è dato scorgere;
    23) Tutto sembra dipendere dai 200 miliardi che la Comunità europea dovrebbe
    consegnare nelle nostre mani, ma essi sembrano essere indispensabili, ma non
    decisivi;
    24) La crisi nella quale ci dibattiamo non è nata con il Covid, bensì era ormai in corso
    da più di un decennio e non cesserà con l’erogazione di questo fondo: fondo che
    aumenterà il debito e forse, anche il divario sociale;
    23) Certo la nomina di Draghi alla Presidenza del Consiglio gioverebbe nei rapporti
    con la Comunità Europea e non solo;
    24) Conte, non eletto, designato dal M5S, appare sempre più avvinto al potere e non
    per esercitarlo realmente, desideroso di evitare ad ogni costo le elezioni anticipate che
    farebbero drammaticamente dimezzare i penta-stellati e che lo condannerebbero a
    ritornare a quell’anonimato dal quale è stato fatto emergere;
    25) L’attuale maggioranza non esiste più nel Paese ed anche se il dettato costituzionale
    le consente di “governare”, danneggia il Paese e non dà sicurezza ai cittadini;
    26) La pandemia non era evitabile, ma le conseguenze più gravi dal punto di vista
    economico e soprattutto sociale potevano e dovevano essere affrontate con maggiore
    efficacia e grandezza;
    27) Una cosa sembra certa: la pandemia da un lato mette in crisi la globalizzazione,
    ma dall’altro ne facilita l’estensione e il controllo da parte di potentati finanziari ed
    economici, ai quali la politica appare decisamente subordinata;
    28) In un certo senso, un Paese come il nostro, ormai spogliato delle sue risorse,
    confinato ad un ruolo subordinato, avrebbe la strada aperta ad una onorevole povertà
    a patto di ritrovare e coltivare la propria identità.

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