Investimento da 450mila euro, avviata una raccolta fondi. Per i sostenitori, piastrelle personalizzate sul muro della nuova struttura. 13 aprile assemblea aperta a tutti. Continua il percorso per il “dopo di noi”
Villarbasse – Progetto Davide amplia i propri spazi mettendo in cantiere tre nuovi laboratori, il refettorio e una migliore sistemazione dei servizi. I locali sorgeranno accanto alla struttura esistente, adiacente alla scuola media «Margherita Hack», su un’area libera avuta in comodato d’uso dal Comune di Villarbasse. L’investimento è di 450mila euro e si è reso necessario per far fronte alle crescenti necessità dell’associazione, che attualmente ospita 14 ragazzi e vanta una lunga storia nell’attenzione ai più deboli e una radicata presenza sul territorio.
«Il nostro obiettivo – dice il presidente Pier Aldo Bona – è aprire il cantiere a giugno, quando le scuole chiudono, e chiuderlo in ottobre. Ovviamente ridurremo le attività in questa sede nel periodo dei lavori, prestando maggiore attenzione ai nostri campi».
Il progetto è finanziato con le risorse dell’associazione, in particolare tramite il Fondo Ida Delliri, e con le donazioni dei sostenitori. «Realizzeremo delle piastrelle personalizzate per i nostri sottoscrittori, a partire da un’offerta di 50 euro – continua Bona – e le collocheremo sul muro esterno del nuovo locale, in una sorta di grande mosaico colorato, oppure lasceremo un mattoncino per testimoniare il nostro “grazie”». Le piastrelle, in ceramica, vengono realizzate a mano dai ragazzi di Progetto Davide, con la tecnica della «cuerda seca». Il 13 aprile è in programma l’assemblea dell’associazione, aperta a tutti, per discutere anche di questi aspetti.
Progetto Davide prosegue inoltre l’impegno per il «dopo di noi» con un’iniziativa, gestita insieme alla cooperativa Il Margine e ai servizi sociali del Cisa, che coinvolge 12 ragazzi con l’obiettivo di fornire loro sempre maggiore autonomia; si tratta di un percorso lungo un anno che prevede uscite e soggiorni fuori casa, con la presenza di psicologi, educatori ed operatori sociali, e con il forte coinvolgimento delle famiglie. «Stiamo ancora cercando una casa per ospitare i ragazzi; speriamo di trovarla presto».
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