Rivoli – Sabato 13 aprile alle ore 21 all’Auditorium dell’Istituto musicale «Città di Rivoli», il cartellone di Rivolimusica propone «Goldberg Variations/Variations. Il Bach di Tepfer tra l’algoritmo e il jazz»; al pianoforte il talento franco-americano Dan Tepfer. Ingresso 10 euro.
«Tra jazz e improvvisazione – spiega la presentazione – ma con un rispetto della perfezione, della matematica, dello spirito originari, Tepfer va oltre il tempo e rigenera le Variazioni registrandole in un dialogo fluido con Johann Sebastian Bach mentre intesse sonorità sincere, libere, emozionanti, “spirituali”, che con tatto e rigore matematico si inseriscono nell’architettura delle cattedrali di Goldberg».
«Da sempre la musica è stata la mia forma privilegiata di espressione – racconta Dan Tepfer-. Sono cresciuto studiando il pianoforte classico al Conservatorio, ma allo stesso tempo improvvisando come un pazzo in casa. Durante tutta la mia vita, sono stato diviso tra questi due mondi, sebbene le mie più profonde radici risiedano nell’arte dell’improvvisazione. Ho avuto la fortuna di lavorare con alcuni dei migliori musicisti del mondo del jazz, da Lee Konitz sino a Pharoah Sanders, senza dimenticare Mark Turner e Paul Motian. La questione dello “stile non ha mai avuto troppa importanza per me. Sono cresciuto bilingue, nel seno di una famiglia statunitense che risiedeva in Francia, cosa che spiega bene il fatto che io sia molto più interessato alla sostanza che alla forma, molto più attento a ciò che voglio esprimere piuttosto che alla forma con la quale mi esprimo. Alla fine, ho cercato di scavare sempre più profondamente nella musica attraverso diversi mezzi espressivi, in modo da poter isolare il messaggio dal suo “medium”. Cercherò di spiegarmi utilizzando una metafora sportiva; se giochi a tenni sempre con lo stesso avversario, il tuo gioco migliorerà al fine di battere quel determinato avversario; però, se giochi contro avversari diversi, ciò che migliorerà sarà il tuo modo di giocare al tennis in generale. Ciò che cerco di fare è di depurare il mio messaggio musicale indipendentemente dallo stile, ossia sto cercando di andare direttamente al cuore della musica».
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